Peperoncino in gravidanza

Il consiglio d’obbligo è sempre quello di rivolgersi al proprio medico e di discutere con lui sulla possibilità o meno di assumere peperoncino in gravidanza, in modo da valutare dosi concesse e tempistiche.

Durante la gravidanza ci sono diversi alimenti che le donne non possono consumare per evitare di arrecare danni a sé stesse o al feto. La lista dei cibi che non possono essere gustati dalle donne gravide non è eccessivamente lunga, ma molto dipende dalla presenza o meno di determinate patologie (es. diabete gestazionale) o dalla possibilità di contrarne (es. toxoplasmosi).

In ogni caso, ci sono alimenti che possono sembrare nocivi e che, in realtà non lo sono o addirittura hanno caratteristiche benefiche per la donna in gravidanza. Uno di questi è il peperoncino.

Peperoncino in gravidanza: tra miti e certezze

Gli alimenti piccanti sono spesso bollati come pericolosi per le donne in gravidanza, ma il peperoncino non è solo una spezia che da grinta ad alcuni piatti, è anche un concentrato di vitamina C, A e B. Inoltre, il peperoncino in gravidanza favorisce l’assorbimento della beta-carotene, un carotenoide dalle importanti proprietà antiossidanti che contrasta la formazione dei radicali liberi.

Il peperoncino può essere mangiato in gravidanza (a chi piace), ma come per tutte le spezie non bisogna eccedere nell’utilizzo.

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Una delle prime nozioni che imparano le donne in dolce attesa riguarda il liquido amniotico, nel quale vive il feto, che acquista il sapore delle cose che mangia la mamma. Partendo da questo presupposto, molte future mamme durante la gestazione evitano di mangiare cibi speziati a base di peperoncino. Tuttavia, è stato ampiamente dimostrato che solo alcuni sapori influenzano il gusto del liquido amniotico, mentre alcuni alimenti (come il peperoncino) non vengono percepiti dal piccolo.

A preoccupare le donne in attesa, però, è una credenza popolare – tramandata di generazione in generazione – secondo la quale uno dei metodi per indurre il travaglio sarebbe proprio quello di mangiare importanti quantità di peperoncino piccante al termine della gravidanza.

È chiaro che, se così fosse, mangiare cibi piccanti prima del nono mese di gestazione potrebbe portare ad un travaglio prematuro o addirittura (nei primissimi mesi di gravidanza) ad un aborto.

Le nonne hanno spesso ragione e i loro rimedi talvolta si dimostrano infallibili, ma ahinoi non è questo il caso. Infatti, gli scienziati hanno verificato che i cibi piccanti non hanno alcun effetto sulla muscolatura dell’utero e che, anzi, l’assunzione di peperoncino favorisce la produzione di endorfina: una sostanza calmante e rilassante, infatti il peperoncino è tra i cibi che abbassano la pressione.

Peperoncino in gravidanza: si o no?

Il timore che il peperoncino in gravidanza possa essere controindicato, deriva dalla presenza di una sostanza che caratterizza quest’ortaggio: la capsaicina. Stiamo parlando dell’elemento che conferisce al peperoncino il suo tipico gusto piccante e che, fino a qualche tempo fa, era bollato come pericoloso per le donne in dolce attesa.

Questa credenza popolare lascia il tempo che trova, dal momento che in alcuni paesi (Sud America, Centro America e Sud Esta Asiatico) le pietanze tipiche del posto prevedono la consumazione di notevoli quantità di peperoncino. In queste aree geografiche, anche le donne incinte mangiano peperoncino e non esiste alcuno studio che dimostri la correlazione tra l’assunzione di capsaicina in gravidanza e i danni al feto o effetti abortivi.

La sostanza che conferisce il sapore piccante al peperoncino, ovvero la capsaicina è comunemente nota per essere un vasodilatatore naturale. Questa sua caratteristica ha spinto spesso le persone a credere che il peperoncino fosse la causa della comparsa delle emorroidi. Tuttavia, non esiste alcuno studio che dimostri ciò, lasciando in dubbio la correlazione tra la causa (il peperoncino) e l’effetto (le emorroidi).

Per concludere il peperoncino può essere assunto in gravidanza, tuttavia è preferibile non abusarne se si soffre della sindrome del colon irritabile.

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